VITTORIO BERSEZIO (1959-1960)

Nato a Milano nel 1889, dopo aver compiuto gli studi umanistici e conse- guita la laurea in giurisprudenza, intraprese la carriera di magistrato. Assegnato nel 1913 come uditore presso la Procura del Tribunale di Torino, l’anno seguente frequentò il corso di perfezionamento in criminologia presso l’Università di To- rino, riportando, come già per la laurea, il massimo dei voti.

Vice-pretore al V mandamento e poi giudice presso il Tribunale di Torino, dopo un periodo di servizio presso il Tribunale militare, rientrò nella magistra- tura ordinaria, passando a svolgere le funzioni di pretore a S. Stefano Belbo e successivamente a Bra. Assegnato dal 1921 al 1933 al Tribunale di Cuneo, si distinse per solerzia e acutezza di giudizio. Trasferito ad una sezione penale del Tribunale di Torino, nel 1941 venne promosso consigliere di Corte d’Appello, quindi presidente del Tribunale di Aosta e poco dopo alla Corte d’Appello di Torino e alla Corte d’Assise. Consigliere di Corte di Cassazione nel 1955, tre anni dopo ottenne la promozione a presidente della Corte d’Appello e, a sua richiesta, rientrò a Torino. Nel 1959 venne collocato a riposo quale primo presidente ono- rario di Corte d’Appello.

Coltivò in modo particolare gli studi giuridici e scrisse alcuni apprezzati saggi su questioni di attualità. Molto aperto per tradizione familiare e sensibilità personale ai problemi della cultura, aderì alla Società sin dalle origini, conside- randola un valido strumento per la conoscenza delle tradizioni patriottiche e dell’arte locale. Rivolse principalmente il suo interesse di studioso verso la terra avita, Peveragno, le sue chiese, i suoi monumenti, i suoi personaggi, la sua storia recente e remota. Considerò la ricerca come fattore attivo di educazione morale e di elevazione culturale. Eletto presidente della Società nel 1959, in successione del sen. Italo Mario Sacco, seppe reggerla con equilibrio, competenza e chiarezza di intenti.

Morì a Torino il 7 ottobre 1960.